Meta Platforms implementa Meta AI e avvia un programma per addestrare l’intelligenza artificiale per gli utenti residenti nell’Unione europea. Verranno utilizzati i contenuti già pubblici, come i post che sono presenti nei vari social network. Altro importante strumento che verrà utilizzato sono le interazioni e delle persone con l’AI di Facebook, Instagram e WhatsApp.
L’avvio della fase di addestramento segue il lancio avvenuto lo scorso mese di Meta AI in Europa e ha il compito di supportare il suo sviluppo, in modo che possa servire meglio le persone e le aziende che vivono in questa area del mondo.

Meta AI, parte la nuova fase dell’addestramento
Gli utenti che sono residenti nell’Unione europea, proprio da oggi 14 luglio inizieranno a ricevere una serie di notifiche da parte di Meta AI, attraverso le quali verranno spiegati quali tipologie di dati vengono impiegati per addestrare l’intelligenza artificiale e come questi serviranno migliorare i servizi che vengono prestati dall’intelligenza artificiale. Gli utenti, inoltre, riceveranno un link attraverso il quale potranno opporsi, in qualsiasi momento, all’utilizzo dei loro dati per questa particolare attività.
Quale obiettivo si prefigge Meta AI
Meta AI è stata lanciata nell’Unione europea lo scorso mese: le funzionalità sono state rese disponibili attraverso le app di messaggistica WhatsApp, Instagram e Messenger di Facebook. Quella che viene avviata adesso, in altre parole, è la seconda parte dell’attività: rendere accessibile questi modelli agli utenti europei, cercando di facilitare la loro frizione.
Partendo proprio da questa esigenza si è deciso di addestrare la piattaforma di AI generativa su una serie di dati che le permetteranno di comprendere come ragiona la comunità europea. Si parte dai dialetti per finire ai modi di dire. Ma non solo: recepirà le conoscenze locali e i modi distintivi attraverso i quali i vari Paesi scherzano, usano il sarcasmo o l’umorismo nei vari prodotti.
Stiamo parlando di dettagli innegabilmente importanti, dato che i modelli di intelligenza artificiale generativa stanno diventando sempre più avanzati e stanno iniziando ad adottare delle funzionalità multimodali, al cui interno sono compresi testi, voce ed immagini.

L’intelligenza artificiale sotto la lente dell’Ue
Le applicazioni di Menlo Park, dopo l’arrivo di Meta AI, sono letteralmente finite sotto i riflettori delle autorità europee.
Indubbiamente uno dei cambiamenti più radicali è quello che ha coinvolto WhatsApp, dove è comparsa l’icona circolare posizionata a fianco del pulsante per avviare una nuova chat. Un elemento visivo che ha sollevato non poche perplessità da parte dei consumatori.
L’assistente AI, almeno nelle intenzioni di Meta Platforms, dovrebbe aiutare gli utenti a trovare delle informazioni, a scrivere dei testi o dei messaggi. E dovrebbe essere fonte di ispirazione per le attività quotidiane. A dire il vero, però, sono stati in molti a non gradire la novità, ritenendo l’assistente inutile e fastidioso.
Le autorità europee sono intervenute immediatamente ed hanno avviato le indagini, per verificare come vengono gestiti i dati personali e appurare che l’intelligenza artificiale venga utilizzata con trasparenza. Ma soprattutto per appurare che i servizi non richiesti dagli utenti vengano disattivati.
Proprio l’ultimo punto ha aperto la porta ad una serie di polemiche, dato che Meta AI non può essere nascosto o disattivato.
Meta AI non viola la privacy
La casa madre di Facebook ha ribadito che Meta AI non viola la privacy degli utenti. I dati vengono trattati con la massima riservatezza e non vengono condivisi con terze parti. Ma soprattutto queste informazioni non verrebbero utilizzate per addestrare l’intelligenza artificiale.
Le rassicurazioni, ad ogni modo, non sono state sufficienti e le autorità hanno deciso di avviare le indagini, sottolineando come prima di tutto ci sia sempre l’utente, soprattutto quando un’applicazione decide di introdurre delle nuove funzioni senza che sia arrivato un esplicito consenso dallo stesso.